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Chi sono

“I miei valori, i miei punti di vista, ciò che condivido”

  • Un pericolo costante per le regole stantìe, inutili, dannose.
  • Un pericolo costante per gli attendisti, per le posizioni di rendita, per chi sa solo lamentarsi.
  • Un pericolo costante per le inefficienze, per gli inconcludenti, per chi cerca sempre giustificazioni.
  • Un pericolo costante per chi insegue solo potere e denaro, in danno altrui.
  • Un pericolo costante per me stesso, perché non mi fermo mai e faccio della disponibilità verso gli altri la mia principale leva per crescere.

Giuseppe Salvato vive la sua condizione di dottore commercialista con il distacco con cui è bene trattare i numeri dell’azienda. Convinto sostenitore che la qualità dell’aria che si respira nei luoghi di lavoro sia la medesima di quella che i collaboratori fanno respirare ai clienti dell’impresa, contribuendone a delineare il destino, frequenta quegli imprenditori che vogliono condividere tale “follia”. A causa di ciò è costretto a studiarne una più del diavolo per aiutarne di piccoli e medi nell’individuare soluzioni innovative in un mondo dominato sempre più dall’economia e, allo stesso tempo, dall’economia reso sempre più complesso.

Poco importa l’aver ottenuto il master biennale in gestione d’impresa della Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino o che abbia affinato la propria sensibilità alla Scuola di specializzazione in Pianificazione e Politiche Sociali, presso la facoltà di Economia dell’Università di Bari, dove pure si laureò nei preistorici anni ’80.

L’essersi occupato, poi, di storia locale e l’aver frequentato attivamente associazioni a carattere sociale e a tutela del territorio, davvero non interessa a nessuno!

Egli, però, appartiene a quella minoranza di persone che in un decennio di insegnamento nelle discipline economico-aziendali ha saputo trarre il meglio (quantomeno per sé) dai propri studenti e ha deciso sconsideratamente quando era il momento di abbandonare la scuola, senza confondersi nei cori lamentosi di tanti colleghi. Temerario per caso, ha avuto esperienze di lavoro anche presso l’Istat, a Milano, e presso varie sedi pugliesi della Telecom spa (allora Sip), in anni giovanili, dove si è occupato di controllo di gestione nella sua breve ma veloce carriera. Ha abbandonato queste occupazioni per mancanza di opportunità di crescita o per l’incapacità dei suoi capi.

Quando ha tempo da perdere pubblica qualche suo lavoro, sperando di essere preso in considerazione da qualcuno: leadership, controllo di gestione, finanze personali, dispersione scolastica e storia di Foggia, la sua città natale e di vita, a cui cerca con amore di donare più di quanto da essa riceva, rappresentano i temi dei volumi pubblicati sin’ora.

La moglie ne sopporta i lunghi distacchi quotidiani, con la consolazione di un marito che ha trovato nella consulenza direzionale il modo ideale per sentirsi vivo, utile al prossimo e abbastanza felice. I due figli adolescenti, per contro, stanno maturando l’idea di non seguire le orme paterne, poiché per vivere bene si può lavorare anche un po’ meno!