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ACCETTARE CON LEGGEREZZA – lettera a me stesso

Accettare con leggerezza: cosa significa?

Mio caro file scrivo a te, che mi conosci bene solo perché quando ti apro tu rispondi sempre ai comandi della mia tastiera e, quindi, sei parte di me anzi, sei me senza dubbio alcuno.

Questa tua condizione mi aiuta a riflettere e voglio farlo schiettamente, senza giri di parole ma anche senza nessuna voglia di semplificare i ragionamenti che ne possono scaturire, sicuramente vari e complessi, ma al contempo affascinanti.

Forse paradossalmente il disagio, la difficoltà è più efficace per la crescita del comfort e della felicità. Approfittiamone!

IL DOLORE E’ VANTAGGIOSO

Come mi piace ripetere, la poesia nasce dal dolore, dalla sofferenza, non dal piacere, perché quando l’uomo è spalle al muro si attiva e tira fuori di sé le energie migliori, quelle che non credeva di possedere sino ad un momento prima, sino a quando la sua vita filava liscia, secondo le previsioni e anche secondo i propri desideri e progetti.

È strano, ma sono convinto che abbiamo bisogno delle difficoltà, dei momenti bui per apprezzare la luce, per vedere nuova luce dentro e fuori di noi.

Tutto scorre, poi, tutto passa e a noi tocca solo la responsabilità, seppur non lieve, di saper vivere le nuove condizioni che il contesto ci propone e, a volte, ci impone.

La vita gioca con noi, non siamo noi a giocare con la vita; e forse è un bene, perché il rimorso di farsi del male con le proprie mani sarebbe una ferita la cui cicatrice non andrebbe mai via dal nostro volto e dalla nostra mente. E già, perché quando siamo noi a giocare, ad avere pieno controllo del nostro destino ci abituiamo e ci incanaliamo più o meno inconsapevolmente verso il delirio di onnipotenza…

MADRE NATURA NON E’ IL DESTINO

Madre natura veglia su di noi e pensa a tutto, anticipa i problemi: c’è chi ha ritrovato dopo tanti anni la dimensione della propria casa, di ciò che ha rifiutato scappandone via. E madre natura lo ha riportato a casa. La sua casa, quella che, chi lo poteva ormai più pensare, lo fa star bene, lo tranquillizza.

Grazie, madre natura! Consapevolmente non l’avrebbe mai fatto, neppure pensato; eppure…

Madre natura non è il destino. Non mi piace il destino, non ci credo minimamente. Il destino è il regno delle persone che subiscono le scelte altrui, che ne vanno ad effetto dichiarando così la propria impotenza e amplificando il mondo di giustificazioni che avvolge gli individui deboli.

Noi due non abbiamo un destino, nulla è segnato da nessuna parte, in nessun libro. Non c’è nessun arcano da scoprire perché sappiamo vivere, pur nelle difficoltà. Noi due là, ovunque e comunque, per scelta e non per destino, consapevoli di vivere le situazioni difficili, adrenaliniche, emotivamente impegnative.

La noia non ci appartiene; vogliamo le emozioni forti e l’uno sprona l’altro, a pensarci bene più spesso tu con me che viceversa, non appena ci accorgiamo di deviare dal binario fatto di curve. Curve che smuovono le viscere, più sono attraversate in velocità. La linearità non ci appartiene e dobbiamo goderne.

ANDARE DIRITTI E’ NOIOSO

Le curve nella vita permettono di ammirare panorami diversi, prospettive inusuali. Facciamone tesoro, anche se il biglietto da pagare per questo viaggio è molto più costoso rispetto al percorso lineare, scontato. Checché tu ne possa pensare, il treno regionale da questo punto di vista è molto più utile, nella sua lentezza e nel suo fermarsi ovunque, qua e là, rispetto al Freccia. Dovrebbero far pagare di più i primi, non i secondi… Follia? Follia!

Lentezza, pace interiore, riflessione: siamo umani, non macchine veloci ed efficienti. Purtroppo ci insegnano a vivere come le seconde e non come i primi. E se per caso qualche volta non ne siamo capaci o non ne vogliamo essere all’altezza, ribellandoci, ci tacciono di inettitudine riempiendoci di sensi di inferiorità. Una violenza.

La vita è una e le sue difficoltà ne sono il sale, la insaporiscono. Meglio la zuppa a volte troppo salata, ma molte altre volte davvero gustosa, che nutrirsi ogni giorno di una ciotola in cui è troppo velocemente servita la solita minestra insipida, insapore e incolore!

Vuoi mettere l’eccitazione di attraversare alti e bassi, entrambi con calma e non con la forza, che è pura disperazione, di veder presto finire i bassi e mai scomparire i momenti di alto, di poter sognare in avanti, di voltarsi e riconsiderare il passato pur movimentato la cui rilettura insegna sempre qualcosa?

Tanti, troppi scelgono la vita semplice, sicura, scontata, comoda. Non sono beati, sono illusi!

IL PIACERE DI SCRIVERE

Se queste mie parole sgorgano facili il motivo non è nella qualità del mio pensiero. Ho iniziato a scrivere senza sapere cosa dire, tuttavia le idee e le parole escono facili, senza correzioni, proprio perché sono allenato a vivere. Non è da tutti, ma noi due sappiamo anche trarre piacere dal semplice atto della scrittura e poveri sono coloro i quali non si rendono conto di questa ricchezza a portata di chiunque, ma tanto trascurata e addirittura bistrattata e considerata una perdita di tempo piuttosto che esercizio, allenamento, sviluppo per la mente e per il cuore.

La scrittura è catartica, è vita, è forza della natura, è capacità di osservazione e di ascolto perché senza tali qualità non si è capaci di esprimere le proprie idee e, conseguentemente, le proprie emozioni.

“ACCETTARE” E “LEGGEREZZA”: DUE PAROLE APPARENTEMENTE FLACCIDE

Ecco, questi miei pensieri, una volta riletti, mi danno ragione di un mondo fatto di curve, di incroci, di lampi di luce, di gallerie che attraversiamo nello scorrere dei nostri giorni. Godiamone nel loro insieme e non lamentiamoci mai. Impariamo ad usare due parole apparentemente flaccide: “accettare” e “leggerezza”. Il verbo traccia un’azione apparentemente statica, ma fondamentale, per liberarsi dei pesi della vita e il nome è solo apparentemente astratto, non riferendosi ad un oggetto bensì al soggetto che sa viverla in pieno. Anche la leggerezza ci aiuta a liberarci dei pesi e, pertanto, i due termini si rinforzano reciprocamente e ci rinforzano straordinariamente, senza dubbio alcuno.

ACCETTARE CON LEGGEREZZA E’ CONVENIENTE?

Accettare con leggerezza le cose belle e quelle brutte, le cose giuste e quelle sbagliate, i riconoscimenti ricevuti e i torti subiti, la salute e la malattia, l’età attuale e la giovinezza ormai andata. Non gonfiamoci dei primi ma non disperiamoci dei secondi. E vivremo meglio, più a lungo, in modo più ricco facendo anche del bene a chi ci circonda, senza alcuno sforzo e addirittura senza volontà; così, semplicemente. Addirittura, faremo del bene a chi vogliamo bene e a chi ci è indifferente, o peggio; tanto la sensazione di beneficio inonda innanzitutto chi opera e solo dopo chi riceve, più o meno passivamente.

Grazie di esistere nella mia vita!

 

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