Ago, ergo sum: faccio, quindi sono.
Per combattere lo stress occorre certamente saper ridurre l’importanza dei problemi o ridefinire la probabilità che ci coinvolgano in pieno; talvolta sarà necessario fuggire o trovare l’aiuto di amici, ma il più delle volte dovremo semplicemente porci le domande giuste e deciderci ad affrontare le situazioni.
UNO SCHEMA PER ORIENTARCI
Nello schema in figura rappresentiamo noi stessi di fronte a qualsiasi bivio appartenente alla nostra vita. Che facciamo? Decidiamo di agire o ci soffermiamo a pensare? Il pensiero può essere nocivo se significa fermarsi e preoccuparsi, procrastinando ogni decisione. Ma anche l’agire non è solo un’opportunità per alimentare la nostra autostima: ci sono tante situazioni in cui dobbiamo necessariamente fare delle cose, ne siamo più o meno obbligati. Tuttavia, riusciamo a trasformare alcuni di questi obblighi in proficue possibilità? Ad esempio: “devo” prendere i bimbi a scuola, pertanto durante il tragitto mi farò insegnare da loro una canzoncina nuova. Ecco un dovere che viene vissuto come “impegno” e non come “obbligo”. Solo così impegni e possibilità, uniti a pensieri positivi -che non sono semplicemente atteggiamenti ottimistici a prescindere dalla realtà, bensì il substrato che aiuta ciascuno di noi, solo volendolo, ad agire e a spingerci verso nuove possibilità- possono aiutarci a crescere e a superare qualche avversità, rintuzzando preoccupazioni e obblighi.
PROCRASTINAZIONE E RESPONSABILITA’
L’antidoto alla procrastinazione si chiama responsabilità. Quest’ultima, viceversa, è la capacità di agire in modo efficace, è l’energia per intervenire facendo, senza aspettare e invilupparsi in tormentati pensieri. In effetti bisognerebbe domandarsi sempre: aspettare chi, cosa? Cosa posso fare io per…? Tanto per incominciare ad allenare il nostro senso di responsabilità. Spesso la procrastinazione scaturisce dalla paura delle conseguenze o dal semplice timore di non sapere, di non saper fare: io suggerirei comunque di non comportarsi come il gatto spaventato che, abbagliato dai fari dell’auto, dimentica l’agilità di cui è dotato e, paralizzato, viene investito in pieno! E, senza evocare conseguenze tragiche, consideriamo l’impedimento tutto interiore dettato dalla paura, che ci potrebbe far perdere qualche bella occasione. Dio sa quanto, al tempo d’oggi, questa staticità psicologica ci può costare caro. Purtroppo la paura è l’emozione più arcaica, la stessa che ha permesso all’uomo delle caverne di salvarsi dalle belve feroci; ma oggi la utilizziamo per preoccuparci, spesso, di problemi che esistono solo nella nostra mente. La stessa parola “preoccupazione” può leggersi come occupazione preventiva della mente verso dilemmi surreali. Raccontava Mark Twain come nella vita avesse avuto un sacco di problemi, la maggior parte dei quali… non si era mai verificata!
CONCLUSIONI
In definitiva procrastinare può avere, in determinate occasioni, un pur qualche vantaggio, ma i costi sono -purtroppo- certi e assicurati: i nostri sogni svaniscono, le nostre migliori energie si diluiscono, l’autostima si riduce e, per di più, la nostra serenità può accusare un duro colpo. Ce lo meritiamo?
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